“Questa edizione di Euroluce è stata particolarmente positiva per Artemide, un’occasione non solo per presentare le nuove collezioni ma per mostrare concretamente i risultati della continua ricerca, sperimentazione e innovazione tecnologica”.

E’ positivo il bilancio di Artemide al termine del Salone del Mobile di Milano. L’architetto Carlotta de Bevilacqua esalta la Light Station progetta da Michele De Lucchi per lo stand Artemide. “Si è vissuta l’esperienza della luce: qualità ambientale, emozione e percezione, interazione e interattività. La tecnologia Geo Li-Fi ha guidato i visitatori nella scoperta dei valori e dei principi di ogni prodotto permettendo ad ogni visitatore di sperimentare attivamente questa nuova tecnologia attraverso l’applicazione concreta di un servizio che Artemide offre a supporto dei suoi progetti di lighting. Oltre al Geo Li-Fi anche Artemide App ha reso interattiva e coinvolgente la scoperta dei nuovi prodotti”. de Bevilacqua con Atelier Oi, BIG, Sonia Calzoni, Fratelli Campana, Alida Catella e Silvio De Ponte, Pallavi Dean, Elemental di Alejandro Aravena, Hassel, Neri&Hu, Davide Oppizzi, Palomba e Serafini ed Ernesto Gismondi sono i progettisti che con il team Artemide hanno sviluppato le nuove proposte esposte ad Euroluce. Sono architetti italiani ed internazionali con cui si sono create sinergie culturali e partnership di progetto, nuovi incontri che allargano le prospettive sulle diverse culture della luce nel mondo o lunghe collaborazioni, relazioni umane che costruiscono un percorso comune nell’innovazione.

 

Quali novità avete proposto a Milano? E che riscontro hanno avuto?

Artemide ha presentato diverse famiglie di prodotti trasversali tra indoor ed outdoor come “O” di Alejandro Aravena, Irupè dei Fratelli Campana e La Linea di BIG. Nuove versioni delle famiglie Gople di BIG e NH di Neri&HU, Discovery di Ernesto Gismondi, sistemi come Ripple, Interveawe, Mappamundi e Turn Around che definiscono con la massima flessibilità le qualità ambientali di ogni spazio. Artemide ha presentato non solo prodotti ma anche servizi e intelligenze che aprono ad una nuova interpretazione della nostra relazione con la luce. Tecnologia di ultima generazione, perfetto controllo delle qualità della luce, ma anche scelte sostenibili attente ai consumi e a evitare gli sprechi che non negano però l’emozione e la bellezza del prodotto.

 

Su quali prodotti della vostra offerta avete puntato in particolare?

Per Artemide l’uomo è al centro del progetto. Il concetto di “Human & Responsible Light”, che dagli anni 90 guida il percorso Artemide, è oggi sempre più attuale.

Attraverso un’interazione non più solo fisica, ma anche digitale, ognuno può costruire la luce nei propri ambienti e modificarla liberamente. I nostri spazi quotidiani sono sempre più flessibili e dinamici, per questo i prodotti Artemide sono pensati per rispondere con intelligenza al mutare delle esigenze. Artemide progetta soluzioni di luce capaci di modellarsi per seguire le necessità degli spazi, crescere in modo modulare e combinare non solo differenti effetti di luce, ma anche interazione sonora grazie ad assorbimento acustico o a integrazione di speaker oltre ad intelligenze interattive. Così ognuno diventa libero di determinare il proprio approccio alla luce e ha la possibilità di progettare paesaggi differenti di luce e altre funzionalità per una qualità ambientale totale.

Arredo e interior design: quali sono le prospettive del settore alla luce delle tendenze ormai consolidate che vanno sempre più verso linee essenziali e stili minimalisti?

La tecnologia LED ha sicuramente reso possibile avere una luce sempre più miniaturizzata e smaterializzata, capace di integrarsi con l’architettura. Da un lato la luce stessa diventa la protagonista capace di creare effetti scenografici, dall’altro la miniaturizzazione della sorgente apre a una nuova libertà rispetto a forme e materiali.

Questa nuova filosofia si fonde con l’esigenza di mettere insieme estetica e funzionalità. Due concetti che non è facile far coesistere: la vostra azienda come ci sta riuscendo? 

Per Artemide la forma è il risultato di scelte tecnologiche, funzionali e di performance, non il punto di partenza. Questo non significa negare l’estetica del prodotto, ma essere capaci di tradurre vincoli ed opportunità nella bellezza finale anche attraverso la qualità dei materiali, l’armonia delle forme, l’esperienza della luce e la relazione con l’oggetto luce.

Un esempio è la famiglia Vitruvio di Atelier Oi in cui l’intelligenza meccanica diventa espressione estetica: nella struttura e nel diffusore in vetro soffiato a mano la coincidenza tra funzione ed estetica è totale.

Un altro esempio possono essere sistemi come Ripple e Interwave: possono essere composti a partire da moduli base, e combinarsi per arricchire l’esperienza che abbiamo dei nostri luoghi di vita e lavoro e seguire i ritmi delle attività. Sono un lessico di elementi per comporre un’esperienza coinvolgente e sorprendente: aprono un nuovo modo di dialogare con la luce nello spazio, offrono una presenza scenografica ed emozionante, risultato di un progetto di funzionalità che dialoga con le attività che si svolgono nell’ambiente.

Quanto conta il progetto di illuminotecnica all’interno dell’arredamento di un’abitazione?

Una buona luce è fondamentale per il nostro benessere psicologico e fisiologico. È importante soprattutto poter modellare la luce secondo le diverse esigenze e attività per creare atmosfere variabili. Oggi questo è possibile anche grazie ad  Artemide App che permette un controllo semplice ed intuitivo di tutti i prodotti Artemide con LED integrato, così da rendere ognuno autore della propria luce.  La possibilità di gestire liberamente con Artemide App ci rende responsabile rispetto ai consumi ed invita ad una gestione più attenta e misurata della luce. Una interazione libera e continua che permette di gestire ogni singolo elemento del sistema e calibrarne le performance in tempo reale.

Qual è il pezzo, l’oggetto o la collezione che più rappresenta la vostra azienda?

La famiglia Discovery progettata da Ernesto Gismondi, fondatore e presidente di Artemide premiata con il Compasso d’Oro 2018, che continua ad evolversi con nuove versioni per offrire un rapporto con gli spazi e la nostra percezione sempre più coinvolgente e qualitativo. Discovery è un elemento che non invade l’ambiente, totalmente assente e smaterializzato acquista volume quando è acceso grazie alla luce che disegna la superficie emittente centrale. Negli anni passati è stata presentata nelle versioni circolari a sospensione orizzontale che diventa quadrata o rettangolare con luce bianca, Tunable White o colorata (RGBW).

Una linea anche molto innovativa.

Discovery è sempre più la perfetta sintesi dei valori, delle conoscenze, della ricerca innovativa e del saper fare di Artemide. La grande competenza optoelettronica, unita ad una profonda cultura del progetto e al  know how tecnologico, dà vita a soluzioni perfettamente trasversali e sorprendenti nel tradurre l’innovazione in emozione della percezione. Già con le prime versioni di Discovery, Artemide rompe i classici schemi ed i preconcetti che vedono una netta divisione tra apparecchi di design e le performance più tecniche dei sistemi dedicati all’ufficio e con l’introduzione del colore apre anche a nuove applicazioni e a scenari sempre più rivolti al benessere e all’emozionalità.

Le performance ed i flussi sono elevati, ma l’effetto è assolutamente confortevole, tanto da rispettare addirittura le norme UGR per gli ambienti di lavoro in qualsiasi posizione di installazione.

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